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Tanti lavori diversi e quel buco nella tua storia professionale…
Ne riparliamo.

Per prima cosa è stato necessario operare delle azioni “pratiche” sul tuo Curriculum con tante esperienze lavorative, per renderlo più fruibile ed evitare l’effetto groviera. Poi dovevi prepararti ad “avere la risposta pronta” nel caso di domande spinose che ti potrebbero porre durante il colloquio, a spiegare appunto qui cambi repentini di azienda. O quel periodo di inattività. Gli Step 1, 2 e 3 di cui hai letto QUI sono serviti a questo: a preparare gli strumenti!

Però non è sufficiente.
Ora viene la parte più delicata, senza la quale quegli strumenti risulterebbero essere solo delle armi spuntate: allenare te stesso ad esprimere con coraggio la tua storia.

Nonostante tutto. Come?

Step 4 – Hai valore! Credici e trasmettilo.


Nonostante gli imprevisti che ti hanno causato la perdita del lavoro (o anche le tue colpe… perché una scelta sbagliata può capitare!) e la sensazione che tutto ti sia avverso

Nonostante per 100 volte tu sia stato escluso e pregiudicato per quel Cv dalle tante esperienze lavorative…


… Alla 101esima devi fare tua la convinzione che

intorno a te, nel complesso delle tue esperienze, hai costruito un valore (fatto di cose che sai fare, situazioni che sai affrontare, idee che puoi sviluppare, …). E sei pronto a metterlo al servizio di una nuova sfida professionale.

  • Riordinando le tue esperienze più significative (il che implica che devi farne un’analisi accurata, e funzionale a dove vuoi dirigere il tuo prossimo progetto!),
  • raccontando con onestà e furbizia i vari passaggi aziendali, e anche le vicissitudini più complesse (senza scadere nel sensazionalismo o nell’eccessivo dettaglio),
  • non perdendo mai l’occasione di ribadire che anche da quei periodi più frammentati, hai imparato e questo e quello, ...

stai preparando la strada. Ma ora serve il giusto approccio 😊.

tante esperienze lavorative
Photo by Startup Foto stock on www.pexels.com

Step 5 – Positività e costruttività!

Saper gestire il fattore umano (sensibilità, ansia, timori, perplessità, diffidenza, …) è importantissimo per riuscire a portare il Selezionatore dalla tua parte.

Inattività e precarietà oggi più che mai possono capitare a tutti 😮. Eppure è difficile che non li si viva con forte senso di disagio o imbarazzo😐. Al quale si accumula l’ansia di doversi ricollocare 😕.

Parti dalla convinzione (ovvia tanto quanto è ovvio dire che “solo chi non fa non sbaglia”) che quell’ansia e l’impegno a trovare subito un nuovo lavoro (se lo si perde) sono comportamenti tipici della persona “responsabile” e che si dà da fare.
E questo tipo di Persona, laboriosa e coscienziosa, nel mercato del lavoro è decisamente preferita a chi, al contrario, subisce passivamente la perdita*.

Eppure fallire è possibile. E umano.

* È davvero importante ricordarlo, in un periodo in cui sembrano aumentare proprio i cosiddetti “lavoratori scoraggiati”, chi non lavora, né studia, né cerca occupazione perché deluso o diffidente. Vedi l’approfondimento QUI SOTTO.

Non solo.

Oggi chi fa Selezione del Personale – quella seria –, sa che il Lavoratore Ideale è un mix di “cosa sa fare” e “che tipo di persona è”. Si cerca di capire se ha le giuste attitudini non solo per fare quel mestiere, ma anche per calarsi nel contesto lavorativo (ogni azienda ha i suoi tratti distintivi, così come ognuno di noi) e una personalità che sa adattarsi alle novità, anche complesse e dal cambiamento repentino.

Ebbene, pensaci. Un periodo di lavoro a singhiozzo, caratterizzato da molti inizi e molte fini, molti capi, molte attività (anche diverse), molti obiettivi, molti ambienti, … è certamente un periodo complesso e “faticoso” da vivere 😱.

È un banco di prova non indifferente per le tue soft skills.

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Ragiona su tutto questo. Sei convinto?

Ora preparati a dare al Selezionatore la tua lettura di quelle tante esperienze lavorative. E senza vergogna, ma con cognizione e coraggio, racconta cosa ha significato per te “restare senza lavoro”, traendone un valore positivo.

Spiega al Selezionatore:

  • come “hai reagito” a quel periodo di stallo, e a quali risorse hai attinto: hai analizzato le tue e le altrui responsabilità? E da lì hai migliorato il tuo Personal Branding? Hai perfezionato il tuo Cv? Hai potenziato le tue relazioni e individuato delle utili referenze tra chi ti ha conosciuto, e può testimoniare come lavori? E poi, hai lavorato su te stesso per volgere all’attivo e al positivo quel momento di difficoltà? Hai pianificato una strategia, dimostrando spirito d’iniziativa e perseveranza?
  • in che modo hai organizzato la tua ricerca di lavoro: hai individuato i tuoi punti di forza e valori principali? quali canali di ricerca conosci e hai usato? a quali offerte di lavoro hai risposto, e perché? Questa fase è molto delicata se hai tante esperienze variegate: fa’ attenzione che non tutto quello che hai fatto è stato importante. E forse in fondo in fondo nemmeno lo rifaresti, no?…
  • e COS’ALTRO HAI FATTO in quel periodo “SABBATICO”. Questione fondamentale! Un buco o un’interruzione lavorativa impatta molto meno sul tuo Cv se hai usato quel tempo per migliorare te stesso. Un periodi di studio (un corso per imparare a… o un aggiornamento), ma anche un progetto, un’esperienza estera, di volontariato, di lavoro da freelance (magari hai anche provato ad avviare un’azienda o una partita iva?), sono periodi costruttivi che ti hanno certamente aiutato a sviluppare un’abilità utile al tuo profilo o distintiva per la tua personalità. Ad esempio autonomia, capacità decisionale o di affrontare con coraggio i problemi, flessibilità, organizzazione

Se comunichi e valorizzi nel migliore dei modi i benefici che ne hai tratto, difficilmente passeranno inosservati.

tante esperienze lavorative e fallimento
COLLEZIONARE FALLIMENTI FA BENE. COME SBAGLIARE E ESSERE FELICI – Da Ansa Life Style 30 Marzo 2019 – Photo by Ansa.it
Tante esperienze lavorative?

Seguendo questa logica, appare ovvio che NON devi sminuire il valore di quel buco o di quel periodo precario. L’idea di passarci sopra è comprensibile, ma puoi trascurarlo solamente se è passato e di piccola entità. In tutti gli altri casi non devi perdere di vista l’obiettivo, ovvero avvalorarne il significato positivo anche agli occhi del Recruiter. Per riuscirci, ogni esperienza che esponi devi davvero sentire che è stata importante.


Ricorda che tutto quello che hai fatto, che è esplicitato nel tuo Cv o che emerge “tra le sue righe” (buchi compresi…) deve apparire come qualcosa di “significativo non solo per il tuo percorso di lavoratore, ma anche per la tua crescita personale”.


Step 6 – Proattività!

E se il buco nel Cv c’è, ben evidente, perché è … proprio ADESSO???

Se nel momento in cui sostieni il colloquio non stai lavorando, non aspettare la fatidica domanda. Sii tu per primo a evidenziare al Recruiter il tuo momento di inattività, il suo significato per te e l’investimento che ne stai facendo.

Così facendo anticiperai eventuali pregiudizi e lo impressionerai.

E soprattutto eviterai di farti mettere all’angolo con domande incalzanti, perché tu per primo sei stato onesto ed esaustivo.

Esperimento!

Prova a cambiare la frase “ho cercato subito un nuovo lavoro ma non l’ho trovato” in qualcosa di più sofisticato, del tipo: “ho cercato subito un nuovo lavoro ma, non ricevendo riscontri, nel frattempo ho deciso di analizzare la mia situazione, rivedere i miei obiettivi professionali e intraprendere una ricerca mirata sui miei punti forti che sono…”.

Il concetto di fondo è lo stesso (che non stai lavorando), ma sei riuscito a spostare l’attenzione dall’insuccesso ai punti di forza.

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troppo qualificato
“Lei è troppo qualificato per questo lavoro!” – In “Il Curriculum Vitae” e “La Ricerca di Lavoro”

Step 7 – E come va la tua reputazione digitale??

Sai che nel mentre che tu cerchi lavoro, puoi far lavorare i moderni canali di comunicazione “social” per costruirti un’immagine professionale? Cioè puoi “seminare informazioni” su di te con l’obiettivo di far percepire chi sei, come la pensi, cosa fai, a cosa contribuisci… Puoi alimentare una conoscenza di te ampia e diffusa, sia sul piano personale che professionale e comunque al di là del Curriculum.

Per te che hai il “problema” delle tante esperienze lavorative (o del buco che fa sorgere domande sulla tua capacità di continuità), un’immagine curata può essere strategica per saltare qualche passaggio canonico nelle dinamiche di lavoro. E creare intorno a te una rete di persone che ti sostengono, lo è altrettanto. A volte può bastare per essere “preso in considerazione”, e poterti giocare quella chance che diversamente, forse, non avresti.

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Perciò Hai già creato un tuo profilo su Linkedin?

Linkedin è un social network tra tanti a disposizione; ma senza dubbio è quello che si distingue per il taglio più “professionale”. Creare un network su Linkedin ti permette di trovare persone con le tue stesse competenze e interessi, coi quali confrontarti o aggiornarti. Ma puoi anche avvicinare Recruiter che selezionano Candidati; e Aziende che oltre a descrivere il loro business, avviano ricerche di potenziali collaboratori.

Linkedin rappresenta un canale per rendersi riconoscibili, oltre che per informarsi: seguendo le persone giuste, e partecipando a discussioni, o condividendo notizie e pareri.

Per questo la tua strategia deve comprendere un lavoro accurato su questo social.
Il profilo Linkedin seguirà la costruzione del tuo Curriculum – meglio se in maniera sintetica ma con ampio uso di parole chiave (attraverso cui è possibile fare una ricerca all’interno del social), soprattutto se hai “tante esperienze diverse” per mansioni e/o settori.

Sfrutta bene tutti i campi che hai a disposizione. Crea un’introduzione/riepilogo che ti faccia sembrare interessante, usa immagini ricercate o attinenti all’ambito professionale che vuoi far fruttare, sii furbo nel definire il percorso lavorativo (accorpa per aree tematiche, così emergerà che sei molto esperto in…).
Seleziona gli interessi di carriera e amplia la tua rete iniziando da chi conosci, così da potergli chiedere di confermare una tua competenza specifica o di scriverti una sponsorizzazione (sono due funzioni possibili su Linkedin, non sottovalutarle).

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E poi… vivi il social saggiamente.

Puoi “seguire” le pagine aziendali delle imprese e puoi fare network con altre persone così da condividere gruppi d’interesse, messaggi, post o commenti su argomenti che ti colpiscono. Ma ricorda: fallo “saggiamente”! Linkedin è una vetrina di te stesso: non sei “obbligato” ad avere un parere su qualsiasi argomento, né a dover agganciare qualsiasi persona ti capita a tiro.
Fallo con chi reputi interessante, perché i suoi interventi ti arricchiscono sempre in qualcosa.
Su Linkedin, come su ogni social, ogni azione determina una reazione (di apprezzamento o meno) a chi vi assiste. Evita più che mai l’attività sregolata: se vuoi che la reazione si trasformi in opportunità, usa il canale con serietà, segui i professionisti “giusti” e fa’ in modo che il tuo contributo alla rete sia di rilievo.

Così facendo vedrai che alla fine sarai circondato da persone (“virtuali”) con le quali condividi anche dei valori e dalle quali le tue idee e competenze sono considerate interessanti.
Da cosa potrebbe nascere cosa, nonostante il tuo Cv non sia del tutto lineare. Ho visto molte collaborazioni nascere proprio così.

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Tanti lavori diversi e quel buco nel Cv... 4 consigli per darsi la carica
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Tanti lavori diversi e quel buco nel Cv... 4 consigli per darsi la carica
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Tanti lavori diversi e quel buco temporale nel Cv... Come spiegare e superare quei #fattori #critici, un tempo (ma ancora oggi, nonostante il richiamo a soft skills, flessibilità e spirito di adattamento!) motivo di pregiudizio su capacità e affidabilità del Candidato? Ecco 4 consigli pratici per darsi la carica e usare il giusto approccio e la giusta comunicazione!
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