Articolo aggiornato il 18 Luglio 2021 ore 17:00.
Hai la tua occasione, hai il tuo colloquio di selezione.
E a un certo punto sei chiamato a dare le tue spiegazioni, nel momento motivazionale dell’incontro… Cosa dirai, per giustificare il tuo interesse?
Proviamo ad analizzare le domande che il selezionatore potrà farti. Una ad una, problema-soluzione-falsi amici.
Il “motivo” per cui sei lì, al colloquio è alla base della costruzione di una relazione professionale che sarà, potenzialmente, di “lungo periodo” 😏. Per questo una domanda posta spesso, è:
✅ “Perché ti stai proponendo proprio alla nostra azienda?”
✅ “Perché vorresti lavorare per noi?”
✅ “Quali motivi hai per lavorare qui in questa impresa, ci conosci?”
§ Apri gli occhi, guardati dentro. Sei soddisfatto della vita che stai vivendo?
Bob Marley
In sincerità, “Perché vorresti lavorare per loro?”
Ce lo siamo già detto qualche post fa.
Durante una selezione, il candidato ideale è certamente competente in materia (soddisfando gli aspetti più tecnici del profilo); ma allo stesso tempo dev’essere capace di ispirare fiducia e allinearsi all’ambiente che lo accoglierà.
È colui che empatizza con chi seleziona e ne sposa la mission e la filosofia.
E quando si presenta al colloquio, lui quell’azienda la conosce bene (sa cosa fa e si appassiona alla sua storia, per cominciare 😉). È interessato al settore di riferimento e sa trasmettere il suo desiderio di contribuire personalmente alla causa e al business dell’impresa.
Quest’ultima, da parte sua, se avvia un processo di selezione è perché le manca qualcosa, ha una necessità.
Ed è proprio parlando coi candidati durante i colloqui, che chiarirà a se stessa cosa sta cercando davvero.
E tra le tante persone che conosce, è sacrosanto che si chieda: “perché questa persona si interessa a me?”
Hai visto il video? Non te lo chiederanno proprio così, tranquillo! 😂😱
Ebbene, ci sarà un momento in cui, durante il colloquio, il tuo selezionatore in modo più o meno diretto ti chiederà “perché sei qui? qual è il tuo interesse per QUESTA azienda/progetto di lavoro?”.
Ebbene, è il tuo momento di dimostrare che sei la persona giusta al posto giusto.
E che hai fatto i compiti, perché sei lì per loro. Anche se sai perfettamente che sei lì per te 😉!
Non puoi NON essere preparato su chi stai incontrando. Non puoi NON sapere:
– chi sono,
– cosa fanno,
– da dove vengono (storia, evoluzione delle attività, progetti, …)
– e che tipo di “reputazione” abbiano!
⇒ Che, se poi sei lì, evidentemente qualcosa ti ci avrà spinto, no? E non sarà solo la necessità di lavorare, ma certamente avrai delle aspettative e dei valori condivisibili con quell’azienda. Ricordi la domanda-mantra strategica: “è proprio lì che vedo il mio futuro lavorativo?”
“Perché vorresti lavorare per noi?”: ragiona sulla tua miglior risposta.
Sarà un’elaborazione personale delle informazioni che hai raccolto su di loro.
Ti servirà sia per preparare la tua motivazione distintiva (i tuoi personali “perché?”); sia per dimostrare al recruiter il tuo spessore. Saprai adularlo proprio con quelle informazioni.
🔰 Puoi raccontare che hai saputo di quell’EVENTO (importante) cui l’azienda ha preso parte, e che ti ha particolarmente colpito (e perché).
🔰 O di quel loro PROGETTO che li ha visti protagonisti (dove? quando?) e hai molto apprezzato (e perché).
🔰 Oppure parla di un loro PRODOTTO che conosci, e del quale puoi descrivere i benefici. Ma anche osservare un “piccolo” difetto tecnico, o una possibile miglioria, potrebbe non essere male: se lo riporti con maniera e suffragandolo con valide argomentazioni (che – ovvio! – non puoi improvvisare, devi sapere di cosa parli), vedrai che colpirai l’attenzione di chi ti ascolta.
In generale, puoi far riferimento a NOTIZIE DI DOMINIO PUBBLICO che interessano l’impresa.
Vicende come l’ampliamento dello stabilimento, una campagna assunzionale, un premio assegnato ai dipendenti, o il lancio di un nuovo prodotto, … sono tutte news facilmente reperibili e verificabili, perché d’interesse per la comunità di riferimento. E infatti sono spesso riportate nella cronaca locale o sui social. Se conduci il tuo discorso su questi fatti con nonchalance, farai di sicuro una buona figura.
Mi raccomando, sii spontaneamente curioso 😉!
Puoi sottolineare che sei al corrente che il brand e l’azienda in questione sono noti per la loro SOLIDITÀ e CREDIBILITÀ sul territorio.
Bilanci e fatturati (specie se positivi) sono notizie pubbliche e talvolta volutamente promosse dall’impresa. Le stesse vicende elencate poco fa sono indicatori sintomatici di buona salute aziendale. Un tuo accenno, et voilà … farai colpo, perché dimostrerai di essere attento ai fatti, perché la tua curiosità sarà adulatoria e perché dimostri di saperti informare*.
* Se decidi di andare sui numeri (fatturati, …), però, EVITA l’eccessiva leziosità del dettaglio, a meno che tu non stia sostenendo il colloquio per il ruolo di responsabile finanziario 😊
Puoi dire ad esempio:
- “Pincopallo Srl è un’Azienda solida; sul nostro territorio è molto riconosciuta e questo è un dato di fatto. Ho notato che il fatturato degli ultimi N anni è aumentato in maniera significativa** a mio avviso anche grazie anche alla forte campagna promozionale sul progetto §§§, lo scorso anno mi sono imbattuto spesso nei vostri messaggi pubblicitari”.
**[oppure in alternativa puoi dare una cifra di riferimento, come “circa del X%”. Ma attento! devi essere in grado di reperire un dato reale, e non spingerti troppo oltre…] - Oppure, “Ho appreso che Pincopallo Srl è stata in grado di migliorare il fatturato dell’ultimo anno nonostante le difficoltà del mercato. Forse è grazie all’introduzione del metodo øøø [o macchinario ZZZ] che ha aiutato ad ottimizzare il flusso produttivo diminuendo i costi. In effetti ho assistito a una video-intervista in cui il vostro AD spiegava proprio l’applicazione di questa nuova metodologia [/macchina]”.
- O ancora, “è lodevole la vostra attenzione all’innovazione e come puntiate da anni alla leadership nel settore e a differenziarvi dai vostri competitor. Ne è prova proprio il vostro ultimo investimento nel progetto ξξξ . So che è un progetto del tutto nuovo, e che lo state presentando proprio in questi giorni alla fiera YYY”.
Puoi addentrarti anche sul tema dell’andamento del MERCATO/SETTORE DI RIFERIMENTO.
🔰 In effetti se il settore ha un andamento positivo, il dato è importante prima di tutto per il tuo futuro!
O ancora puoi raccontare della (BUONA) REPUTAZIONE che contraddistingue l’impresa.
🔰 Un’imprenditoria sana è molto attenta al territorio, al tessuto social-geografico e di settore in cui è inserita.
Pertanto non è male far emergere che sai delle relazioni che l’impresa ha stretto con stakeholders locali; o far presente la (buona) POPOLARITÀ di cui l’azienda gode.
Risposte interessanti sono, ad esempio:
- “Per curiosità, ho avuto modo di leggere degli approfondimenti tema ∇∇∇ del mercato [indica quello di riferimento]. So che oggi c’è molta attenzione all’ambiente [solo per citare UN esempio di argomento di discussione caldo, che può essere collegato a un’azienda produttiva; ma potrebbe essere attenzione alla velocità/veridicità di dati per un’azienda IT, e così via…]. A mio avviso ciò può costituire una spinta alla diffusione di…… [un nuovo prodotto? una nuova lavorazione?] Il vostro posizionamento sul mercato con nuove soluzioni credo che possa rispondere proprio a questa sensibilità. Era un vostro obiettivo?”
- “Ho assistito al [oppure letto la notizia del, va comunque sempre bene…] convegno sul tema ωωω promosso da VOI e dall’associazione ∀∀∀ . è notevole il vostro impegno per la diffusione di…”.
- “So che state promuovendo una collaborazione con gli istituti tecnici della provincia, per valorizzare la formazione tecnica in ambito elettronico [ma potrebbe essere meccanico, edile, informatico, tessile, chimico, …]. Condivido la decisione di cooperare con le scuole locali per colmare le lacune del mercato del lavoro”.
Non sottovalutare, infine, l’AMBIENTE LAVORATIVO.
Se gira voce che sia buono – perché è risaputo che in quell’azienda si lavora con un buon clima o una buona organizzazione, o che è meritocratica, o che è attenta alla crescita dei propri dipendenti, perché si sa delle politiche del lavoro, formative e di valorizzazione del personale, o delle misure di welfare che quest’azienda attua –, non si tratta solo di “lusingare” il tuo possibile datore di lavoro. Ma di fare tu stesso un investimento per un buon affare!
Anche di questo buon clima, pubblicamente riconosciuto, puoi far parola col tuo selezionatore.
Ma attenzione!
Le notizie sull’ambiente lavorativo usale sostanzialmente per avvalorare il buon nome dell’impresa. Non per “giustificare” te stesso.
Se stai provenendo da un luogo di lavoro caratterizzato da rapporti professionali negativi e che vivi con stress, dal quale non vedi l’ora di scappare – può succedere! – e se passare a un ambiente lavorativo più tranquillo e sereno per te è diventata una priorità, non cedere alla tentazione di sottolinearlo.
L’argomento “clima aziendale” che userai ti servirà per confermare il valore intrinseco dell’impresa, non per spiegare il tuo personale appagamento. Non far percepire che questo è un tuo punto dolente. E non spostare il focus della domanda motivazionale dall’azienda a te.
Se riesci a tenere per te l’informazione del tuo “disagio climatico”, sarai certamente più efficace e interessante.
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Esempi di risposte che funzionano:
- “è noto il buon clima che si respira qui da Voi. A mio parere lo ha reso evidente anche la vostra campagna di… [e qui puoi citare un evento di welfare promosso dall’azienda, di cui hai avuto notizia: seguendo la sua pagina Linkedin, o le news sul sito, per esempio, potrai scovare l’iniziativa che fa al tuo caso]”.
- Oppure, “ho avuto modo di confrontarmi con persone che vi conoscono e che collaborano con voi. Tutte mi hanno evidenziato la vostra attenzione a un ambiente di lavoro positivo, emersa anche dal… [anche qui un evento aziendale che tu reputi significativo e dal quale emerge proprio questo aspetto di attenzione ai dipendenti; anche qui, oltre a un pubblico passaparola, foto sul web, social e sito sono i tuoi strumenti di ricerca]. Come voi, sono convinto che in tali ipotesi i lavoratori possano esprimere le loro massima performance, a beneficio di tutti”.
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In conclusione… “Perché vorresti lavorare per noi?”
Di fronte alla domanda “Perché vorresti lavorare per noi?” – e variazioni sul tema – ricorda che non puoi improvvisare.
Per superarla brillantemente bisogna usare furbizia, tirar fuori la propria personalità ed essere consapevoli.
Ogni riferimento all’azienda che ti ospita e al motivo che ti ha portato proprio lì, a quel colloquio, è fondamentale per valorizzare la tua attenzione e l’interesse verso di loro.
Dev’essere pertanto il frutto di un’attenta analisi e di una sincera elaborazione personale.
Ogni fatto o evento che citi, devi conoscerlo e suffragarlo con senso critico.
L’azienda è particolarmente coinvolta in quel tema/argomento/progetto.
Ebbene, quando esprimerai il tuo parere, fa’ in modo che sia equilibrato e fai capire chiaramente che conosci i fatti!
Ti sarai fatto un’idea in merito, no? (domanda retorica ovviamente 😉)
“Maneggiare con cura”, però! 🙃
✅ In qualche caso, addentrarsi in temi o progetti o impegni dell’azienda può risultare spinoso, se NON hai una vera e propria “competenza in materia”. Non puoi metterti a parlare di specificità di un settore che non conosci, o di strategie e criticità di un dato ambito economico-produttivo-merceologico, se non lo hai mai approfondito. Non credi?
✅ Infine, riporta sempre la fonte. Sarai più attendibile.
Un capitolo a parte lo merita il “perché vuoi proprio questo lavoro in quest‘azienda”.
Si tratta di un punto di vista più completo che amplifica l’interesse per l’organizzazione con l’interesse specifico per quel ruolo.
In un’unica soluzione devi saper trasmettere la tua aderenza alla mansione e il valore aggiunto che tu puoi portare in azienda.
Durante il colloquio il tempo è tiranno, e nel tuo momento dovrai prevedere una risposta che soddisfi entrambi i punti di vista.
In pratica ti ho già spoilerato il prossimo post!!! 😀
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Alert! Cosa NON rispondere!
Quando si affrontano le domande motivazionali di un colloquio, a volte si assiste al paradosso secondo cui le più frequenti (come “Perché vorresti lavorare per noi?”, appunto), sembrano anche così ordinarie e “facili”, che il candidato trascura decisamente lo spessore della risposta. La rende superficiale.
Che queste domande appaiano facili è un fatto, visto che non sono sui massimi sistemi e la risposta non implica una conoscenza tecnica specifica. In realtà sono domande che ti richiedono un parere e un minimo d’informazione, e “in condizioni normali” un parere ce l’hai e le informazioni si possono recuperare; non c’è il rischio di fare scena muta.
Ma quando la facilità diventa faciloneria (passami il termine un po’ crudo)?
Quando banalizzi il tutto a “cosa vuoi tu”. Di fatto perdi di vista che l’obiettivo del colloquio è quello di trovare un beneficio comune tra te e l’impresa che ti assumerà…
… E le risposte alla domanda-cardine “Perché vorresti lavorare per noi?”, diventano inefficaci:
✅ “il motivo è che so che si guadagna bene” (venale…),
✅ “perché sembra un buon posto per lavorare” (generico e focalizzato solo sul tuo vantaggio, è poco attento all’esigenza dell’azienda),
✅ “perché sono qualificato” (vago e scontato…).
Se poi hai la convinzione che il colloquio di lavoro sia un banale teatrino tra selezionatore e candidato, dove il selezionatore fa “domande ovvie” e il candidato risponde “come il primo vuole sentirsi rispondere”…
… Lo scenario che ne deriva, lo capisci bene, svuota di significato ogni colloquio di lavoro. E soprattutto le domande motivazionali.
Eppure, tu per primo, se sei alle prese con la costruzione del tuo futuro, dovresti sentirti appagato dal fatto che la tua motivazione è al centro dell’attenzione.
E le tecniche di intervista motivazionale, se ben applicate, possono suscitare risposte NON comuni anche a domande ovvie. Per non parlare degli spunti di lettura del linguaggio non verbale e delle reazioni, che sappiamo essere importanti almeno quanto i contenuti che si esprimono a parole. Perché possono rivelare incoerenze, o rafforzare il piano valoriale del candidato.
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Proviamo quindi ad affrontare anche queste domande “facili” con preparazione e serietà.
L’obiettivo NON è tanto quello di farti fare lì per lì una bella figura preconfezionata. E’ piuttosto quello di bypassare il senso di ovvio e di farti distinguere agli occhi del recruiter o dell’azienda. E sensibilizzarti sul fatto che un’onesta e consapevole motivazione non ti fa solo affrontare al meglio il colloquio. Ma ti permetterà di convivere nel lungo periodo con il lavoro che desideravi.
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la gente non ha lavoro, persone disoccupate anche di una certa età devono umiliarsi e rispondere a domande del genere.Il motivo per cui vuoi lavorare è che HAI BISOGNO di lavorare e cerchi qualcosa di serio per offrire il massimo e per ricevere uno stipendio che garantisca il tuo sostentamento
Che vergogna che ragazzotti durante colloqui anche con persone di una certa età o comunque disoccupate e in difficoltà si permettano di “giocare” con queste cosa
Buonasera Viola, è vero c’è un grande “bisogno” di lavorare e questo, però, restringe ancor di più le maglie delle selezioni. E i colloqui sarebbero certamente più efficaci se ciascuno si mettesse un po’ di più nei panni dell’altra parte. A domande talvolta irrispettose nei confronto dei candidati lavoratori (è vero, non ogni tipo di domanda è opportuno rispetto al tipo di colloquio e/o persona), si contrappongono tal altra candidati che affrontano il colloquio con atteggiamenti inappropriati, quasi che “quel lavoro” sia un atto dovuto. Ma se ciò è vero, lo è per almeno altre 10 persone in quel momento e per quella stessa opportunità.
Finché non capiremo che la condizione di “bisogno, che esiste e senza dubbio accomuna tutti coloro che cercano lavoro, è tuttavia l’ultima delle motivazioni che devono alimentare un colloquio, avremo una società del lavoro costruita sullo sfruttamento delle persone.
Sostenere un colloquio non è un gioco, ma il momento per dettare le proprie regole.
Un saluto.