Smart è senza dubbio una delle parole più pronunciate degli ultimi mesi.
In piena emergenza pandemia e con la quarantena, tutte le organizzazioni e le imprese, e una buona parte dei lavoratori, si sono cimentati in una forma di lavoro finora poco diffusa, lo smart working appunto.
Adeguarsi a questa modalità è stato necessario, se si voleva continuare a lavorare.
Ma guardo me stessa e ciò che faccio e mi chiedo come le attività “da remoto” abbiano davvero impattato sul recruiting e sulla ricerca di lavoro.
! Post aggiornato il 16 Novembre 2020 !
Cosa è successo?
Durante la quarantena Covid molte aziende hanno sospeso ogni assunzione.
Ma quelle che comunque dovevano reclutare per sopperire a un turn over, alla stagionalità o a una mansione strategica scoperta, hanno dovuto spostare il processo di selezione online. Perché se di quella figura non puoi fare a meno, anche in uno scenario di distanziamento sociale.
Anche chi cercava lavoro si è dovuto adeguare alla ricerca di lavoro online, non senza difficoltà, per mancanza di abilità digitali o diffidenza; o proprio perché alcuni settori erano “fermi”.
Nel mezzo, chi “fa” recruiting: selezionatori, HR Manager, addetti alle RU. Già predisposti alla comunicazione da remoto o a parti di processo digitalizzate, hanno dovuto “orientare” aziende e persone a una modalità nuova per alcuni, obbligata per tutti, di cercare lavoro. In aiuto sono accorsi strumenti e iniziative volti a favorire questo “match a distanza” tra Domanda e Offerta (come quelle promosse da Indeed o da LinkedIn).
Una spallata verso i processi web, digital e video.
E-recruitment e smart recruitment
I processi di selezione che si appoggiano a servizi online che ne automatizzano alcune fasi, sono una realtà da tempo.
Un’azienda apre una selezione e pubblica il job posting sul sito aziendale o su bacheche di annunci web, per arrivare prima e a più persone. Curricula in grandi quantità giungono al database aziendale, predisposto a conservarli per poter essere consultati. Questionari ad hoc somministrati al momento della candidatura consentono da subito uno screening e la messa in evidenza delle abilità delle persone. Per valorizzarne il reale potenziale in trasparenza ed equità.
Anche il contatto coi candidati diventa smart. Diventa video intervista o video colloquio. Col beneficio di abbattere distanze, non obbligando a spostamenti fisici e facendo risparmiare tempo e denaro, ottimizzando gli impegni di tutti.
I siti e le piattaforme web di recruiting
Oggi sono strumenti irrinunciabili. Sia per i candidati, che possono:
- rispondere agli annunci online entrando immediatamente nel processo di selezione e nel database delle aziende;
- posizionare il proprio Curriculum aggiornato per essere “consultati e cercati”, e alimentare così la propria immagine professionale digitale;
- inviare lettere di presentazione personalizzate rispetto alla specifica selezione per la quale si vuole concorrere;
- attivare i job alert, cioè quelle newsletter sulle parole chiave della tua ricerca (ad es. ti interessa QUELLA mansione, o QUEL luogo di lavoro, …) che ti avvertono ogni qual volta verrà pubblicato un nuovo annuncio che le contiene, aggiornandoti in tempo reale sulle nuove opportunità;
- trovare statistiche e suggerimenti utili sull’andamento del mercato del lavoro e sull’Offerta.
Ma sono utili anche alle aziende, per fare branding ma soprattutto per raccogliere e consultare professionalità interessanti.
Inoltre i moderni siti di recruiting sono in grado di dare sostanza alle informazioni standard di un Cv, integrandole con notizie organiche sulla persona reale che c’è dietro. Ciò è possibile introducendo questionari che permettono al candidato di auto-valutarsi su una data competenza; oppure, nelle versioni più evolute, inserendo veri e propri test che misurano QUELL’abilità.
Se stai cercando lavoro:
✅ Non farti intimidire dalla ricerca online ma prendi confidenza con questi siti (che funzionano in modo piuttosto analogo: registrazione con Cv, consultazione, …).
✅ Registra i tuoi dati e non dimenticare l’autorizzazione alla privacy. Assicurati di avere sempre un Curriculum aggiornato a portata di file (in versione non modificabile). Predisponi lo script della tua presentazione personale: alcuni siti possono farti allegare direttamente la lettera di presentazione, altri uno spazio per un messaggio motivazionale. Oppure integra la lettera nel CV 😉.
✅ Rispondi alle killer questions o alle domande di integrazione e agli inviti ad approfondire che riceverai dai selezionatori, non saltarle.
✅ Svolgi quei piccoli test che ti vengono sottoposti attraverso le stesse piattaforme, … Possono sembrare ridondanti o noiosi a un primo impatto, ma sappi che sono pensati per “farti conoscere meglio”, perché il tuo Curriculum non resti “solo una lista di esperienze”.
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https://blog.alleanzalavoro.it/i-migliori-portali-di-recruiting
Video meeting e video colloqui
Sono diventati un must nel periodo del lockdown.
Se la mobilità era ridotta e gli incontri di persona in alcuni casi vietati, la video conferenza ha sostenuto meeting commerciali e anche di lavoro.
Riunioni su Zoom, incontri su Teams, colloqui individuali su Skype o WhatsApp, scambi veloci di Curricula su Drive o Messenger, condivisioni di schermo per discutere un contratto o un report, … E i recruiter hanno potuto affiancare tanto le aziende quanto i candidati.
Personalmente è stato avvincente. Se guardarsi negli occhi è importante per creare fiducia – e il video colloquio comunque lo consente –, ho goduto anche del beneficio di risparmiare su tempi e spostamenti. Alle 10 ero (virtualmente) a Spoleto a discutere di un progetto A, e alle 11 magari potevo essere (sempre virtualmente) a Milano, ad avviare il progetto B.
E se la connessione qualche volta non è stata ottimale, poco importa. Mi sono allenata alla flessibilità e alla prontezza nel provare nuove soluzioni.
Se stai cercando lavoro:
✅ Cura la tua immagine digitale, quella che trasmetti attraverso i tuoi profili social. E prendi confidenza con le piattaforme video: come si attivano? come si risponde a una video chiamata? lo sfondo è adeguato all’occasione? webcam e microfono funzionano? hai l’adeguata privacy?
E attenzione alla puntualità, come se fossi di persona!
Quali sono i rischi?
Se l’e-recruiting è una realtà, d’altro canto renderlo eccessivamente smart può generare dei rischi. Come è anche per l’eccesso di smart working.
Dal mio isolamento-obbligo di smart working/recruiting, ho tratto quindi degli insegnamenti.
🔰 Automatizzare eccessivamente i processi di selezione può disumanizzarli, perché poi chi assumi è una persona vera. Quindi sì all’ausilio di strumenti, ma senza dimenticare empatia e professionalità. E magari una telefonata in più…
🔰 Gestire relazioni da remoto può aumentare i volumi di attività, e anche le competenze digitali e trasversali. Ma mai perdere il contatto col mondo “fuori”.
🔰 La flessibilità dei tempi e spazi di lavoro ha dimostrato che il DOVE e QUANDO lo fai è del tutto insignificante ai fini dell’obiettivo lavorativo. Ma anche nella miglior organizzazione del tempo, alla fine viene il momento di disconnettersi.
E tu, cosa ne pensi?
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Buonasera,
volevo farLe innanzitutto i complimenti per gli argomenti trattati nel Suo blog. Penso che oggi sia molto difficile trovare delle persone che diano consigli passo dopo passo per affacciarsi al mondo del lavoro. Soprattutto per i giovani che in questo periodo storico si trovano sommersi dalle continue informazioni e cambiamenti che risultano difficili da gestire e da valutare con attenzione.
In particolar modo, mi sono ritrovata molto nell’ articolo pubblicato.
Mi sono laureata presso l’Università degli Studi di Trento con una laurea triennale in Sociologia e Ricerca Sociale e attualmente sto frequentando un corso di laurea magistrale presso l’Università Milano-Biccoca in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane. Pertanto gli argomenti che tratta nel blog sono molto affini alla mia aerea di formazione universitaria ed offrono molti spunti pratici e strategie per affrontare il mondo del lavoro di oggi secondo molteplici prospettive.
In concomitanza, lavoro da oltre tre anni presso uno Studio di Consulenza del Lavoro ed ho affrontato in pieno la crisi sanitaria che ancora adesso sta mettendo a dura prova lavoratori/lavoratrici ed aziende. Lo smart-working è stato ed è tutt’ora uno strumento ambivalente: se da un lato gli effetti positivi sono la possibilità di lavorare in modo agile da casa, coniugando la vita professionale e personale (work-life balance), lavorare “anywhere e anytime” secondo un orario flessibile (ove permesso), ridurre gli spostamenti e quindi gli aumenti dei contagi, distanziarsi fisicamente (e mentalmente) dal luogo di lavoro, dall’altro lato si riscontrano anche effetti negativi quali per esempio la perdita di motivazione, la difficoltà di concentrazione e di valutazione delle prestazioni dei dipendenti, la mancata disponibilità di tecnologie adeguate e l’importanza delle digital skills che evidenziano sempre di più i gap generazionali.
In merito a questo volevo chiederLe, data la sua esperienza nel settore, quale è la visione dominante, ovvero maggiormente diffusa nelle aziende in merito allo smart-working? In quanto, la natura così ambivalente del lavoro agile potrebbe da un lato portare ad una grande innovazione per il cambiamento dell’organizzazione aziendale e dall’altro lato essere concepita come ostacolo alla creatività, alla motivazione e allo sviluppo delle soft skills sulle quali si è cercato di investire tanto negli ultimi anni sia a livello aziendale che nei percorsi scolastici e universitari.
La ringrazio anticipatamente e Le auguro una buona serata.
Laura Tasini
Salve Laura e innanzitutto congratulazioni per il suo percorso e per la sua sensibilità. Ha centrato benissimo il tema contraddittorio con cui quotidianamente da un anno in qua ci scontriamo. Quanto abbiamo vissuto da marzo 2020 è stato chiamato smart working ma in quanto imposto, improvviso e prolungato nel tempo è diventato altro, purtroppo.
Il rischio evidente? Dal punto di vista delle aziende una forzatura che poteva portare a una perdita di controllo sui collaboratori. Dal punto di vista dei lavoratori una modalità di organizzazione del lavoro a cui non si era preparati, dove limiti e virtù coincidevano (l’autorganizzazione, strumenti di lavoro adeguati, un modo diverso di confrontarsi con gli altri, per alcuni l’alienazione, …). E alla lunga abbiamo perso di vista i benefici (vogliamo mettere i risparmi di tempo e la riduzione importante di mobilità su strada, solo per citarne uno? io per esempio sono riuscita a misurare una maggior produttività rispetto all’ufficio, solo per il fatto di lavorare in silenzio: esperienza personale).
Posto che il dibattito è tuttora aperto e che d’altro canto vale solo per alcune professioni, personalmente non credo che il lavoro da remoto o tramite video faccia perdere capacità relazionale e/o creativa, poiché il confronto è solo diverso nel mezzo ma non viene a mancare. Ma dall’esperienza raccolta e condivisa (anche io ho lavorato da casa, ho avuto colleghi che facevano altrettanto e mi sono confrontata con contesti di lavoro forzatamente in smart), posso testimoniare che la miglior resa dei lavoratori la si ha quando si riesce a trovare un equilibrio tra lavoro agile e vita in ufficio che possa andare incontro alle qualità dei singoli. Il che, evidentemente, significa che la formula applicata NON dev’essere per tutti uguale.
Mi spiego con un esempio. Ci siamo ritrovati da oggi per domani a riorganizzare strumenti, agende, questioni di famiglia, … E c’è chi in tutto ciò ha acquisito motivazione (perché riusciva a organizzare meglio i tempi di vita) e chi l’ha persa (perché al contrario assorbito dai tempi di lavoro o alienato dalle video call). Ebbene, oggi che nella maggior parte dei casi le PMI sono rientrate in ufficio e lo smart working non è più un obbligo ma un’opportunità, la difficoltà la si ha se il datore di lavoro opta per soluzioni “uguali per tutti”. Costruire orari e formule di lavoro alternative insieme ai propri dipendenti per me non significa perdere il controllo della propria azienda e creare pericolosi precedenti (come ho sentito dire a qualche datore di lavoro) ma saper guardare alle cose davvero importanti, ovvero al risultato, alla resa e alla fedeltà del tuo collaboratore.
Soluzioni personalizzate dello smart e un suo utilizzo flessibile costituiscono l’obiettivo a cui tendere. Ma il mondo delle imprese ha ancora molta strada da fare.
Un saluto.