Il Colloquio di assunzione: cosa?
E’ il sipario che si chiude su un percorso di Selezione “che va in porto”!
L’esserci arrivati implica che è andata bene, secondo i tuoi obiettivi. Ti sei proposto per quel profilo; eri interessato a quell’Impresa e ti sei impegnato al massimo per convincerla che eri la “persona giusta”.
Così hai sostenuto la Selezione, hai dimostrato le tue abilità HARD (idoneo!) e sei stato convincente anche sotto l’aspetto delle tue capacità SOFT (sei tagliato per quel lavoro!). Insomma, agli occhi dell’Azienda risulti il Candidato “preferito” a tutti gli altri e sei stato “ufficialmente scelto”.
Il Colloquio di assunzione quindi ne è la presa d’atto, il coronamento. E tu, solo tu (i tuoi concorrenti questa volta li hai battuti!), vieni invitato in Azienda per accordarti sul tuo ingresso lavorativo e sull’aspetto economico-contrattuale che regolerà la tua collaborazione.
Il Colloquio di assunzione: perchè?
Ma se “teoricamente” è andato tutto nel migliore dei modi, perché vale la pena di soffermarsi su questo incontro? Pensa solo a quanto esso sia strategico e delicato per il tuo futuro, e potrai intuire che trascurarlo potrebbe rivelarsi un errore.
Qui può iniziare il più piacevole e tanto sperato “vincolo professionale” con l’Azienda che hai scelto (e che ti ha scelto!). Ma è anche il momento in cui “realizzi” che il nuovo Lavoro diventa realtà. Mettersi a tavolino col tuo futuro Datore di lavoro, non più da “aspirante collaboratore” ma come un “quasi collaboratore”, ti inserisce prepotentemente nel merito dell’Azienda.
- Quali sono le regole di quell’organizzazione, i tuoi doveri di Lavoratore : come cambierà la tua vita da lunedì???
- E quel ruolo che ti è stato assegnato, adesso che è tuo, è esattamente quello che vorrai fare???
- E la proposta contrattuale/economica che ti stanno facendo : è coerente con le tue aspettative???
Analizza, ora hai tutto nero su bianco davanti a te: quello che ti si prospetta ti soddisfa? Ne sei convinto?
È qui l’ago della bilancia tra una Selezione che si chiude e una che salta. E a volte è proprio durante il Colloquio di assunzione che c’è un ripensamento, un dubbio, e …
Il Colloquio di assunzione: quando è che va male?
In una Selezione ideale il quadro dell’opportunità è spiegato fin dall’inizio, o comunque fin dai primi incontri conoscitivi coi Candidati. Infatti chi la conduce in rappresentanza dell’Azienda, per correttezza deve informare/svelare lo scenario (ruolo ricercato, progetto professionale, possibile proposta economica, …) passo passo al superamento delle diverse fasi selettive. Così quando si arriva all’ultimo tavolo, al Colloquio di assunzione, le parti hanno ben chiare le reciproche aspettative e sono pronti a una negoziazione equilibrata; ordinaria amministrazione alla base di una ragionevole trattativa.
Ma perché può accadere che una Selezione salti?
Beh, perché:
1. l’Azienda si invaghisce di un Candidato con aspettative molto elevate, oltre le possibilità e gli equilibri interni;
2. il Candidato, pur sapendo le condizioni proposte, punta a “tirare” i termini della negoziazione, ma l’Azienda non è disposta a concedere di più;
3. il Candidato non è convinto dell’opportunità (probabilmente non lo era sin dall’inizio ma lo realizza realmente solo nel momento in cui deve firmare il contratto);
4. durante il Colloquio di assunzione vengono fuori elementi di novità imponderabili, che pungono su nervi scoperti e spingono le parti a rinunciare.
Il ruolo dell’HR?
Durante la Selezione, la mediazione di un incaricato delle Risorse Umane contribuisce a ridurre quanto più possibile i rischi nei primi 3 casi. Infatti è nei suoi compiti mettere pressione alle parti (e soprattutto al Candidato, sotto la sfera motivazionale) per far emergere eventuali dubbi o incompatibilità, oltre che chiarire le reciproche posizioni per evitare fraintendimenti tra loro, o sottolinearne i punti di forza e di reciproco contatto.
L’Hr “consiglia” l’Azienda sui temi negoziali, magari ammorbidendo alcune convinzioni molto rigide e di partenza sul profilo. Quando avvia una ricerca, l’Azienda in testa ha sempre un Candidato ideale ed è facendo i confronti con lui che, inflessibilmente, scarta o accetta Candidature più o meno rispondenti. L’ideale non è sempre compatibile col mercato di riferimento, o con il ruolo stesso, e scardinare certe convinzioni degli Imprenditori non è poi così facile. Ma è qui che il Recruiter inserisce la sua attività consulenziale. Dall’altro lato, l’Hr deve anche “stressare” il Candidato per misurarne disponibilità, motivazione e aspettative; filtrando strada facendo persone poco convinte o non disponibili alle richieste dell’Azienda, che di fatto conduce il “gioco”.
Il caso 4, invece è decisamente imprevedibile quando è caratterizzato da elementi di sorpresa (non condivisi per tempo con l’HR, come un ripensamento sul profilo da parte dell’Azienda o una richiesta sconsiderata del Candidato). Quindi non è evitabile al 100% e forse nemmeno un’intermediazione può arginare o evitare il fallimento della trattativa.
Del resto affinché il Colloquio di assunzione vada a buon fine, dev’esserci un perfetto incontro di volontà e obiettivi tra due persone, prima che tra due entità, ovvero l’Azienda e il Lavoratore. A questo punto della Selezione il ghiaccio è rotto, si diventa più veri e i nostri comportamenti acquisiscono una base emozionale e di spontaneità che, per contro, può portare a galla insicurezza o mancanza di empatia. Ed è meglio che accada ora, questo è certo….
Vuoi approfondire 5 piccole regole su un approccio vincente al Colloquio di assunzione? Seguimi al prossimo post!!!