Oggi sarò forse un po’ politicamente scorretta…
E non m’importa se qualcuno storcerà il naso.
Voglio lanciare una riflessione sulla Relazione Candidato-Recruiter, dal punto di vista del… Recruiter!
Intanto rispondo subito ai mal pensanti, e a chi vive l’argomento con polemica.
Siamo tutti d’accordo che non tutte le Selezioni sono un’esperienza entusiasmante e positiva.
Per il Candidato la Selezione è un momento topico per definire il proprio percorso professionale, oltre che motivo di valutazione e di stress. In queste ipotesi, è sacrosanto attendersi dal Recruiter, una gestione corretta, delicata ed efficiente delle varie fasi, usando opportunamente tutti gli strumenti – anche emotivi -, per garantire alla persona che vi si sottopone, benessere, rispetto e l’adeguata attenzione.
E invece le Selezioni NON sempre sono ben condotte, proprio per demerito di chi dovrebbe portare le parti a soddisfazione.
Può capitare che ci imbattiamo in Selezionatori inesperti (nella ricerca, nella valutazione dei Cv, nel tenere le relazioni tra le parti in equilibrio…) o eccessivamente schiacciati dalle dinamiche relazionali (approccio troppo “amicale” e scarsamente professionale; oppure forte ingerenza da parte di soggetti aziendali estranei all’HR), o ancora da logiche commerciali (se sei un Recruiter esterno hai un budget; se sei l’HR dell’azienda… lo stesso!).
E così succede che il Recruiter non riesca a tenere le redini del processo di Ricerca con l’adeguata precisione, tempestività, correttezza e lucidità. Ma è un po’ come le ciambelle… non tutte riescono col buco.
La Selezione maldestra non è la regola. Esiste, ma NON E’ la norma. E non sarà argomento di questo mio post. Prometto che questo tema lo affrontiamo un’altra volta.
Al contrario oggi voglio soffermarmi sul caso del Recruiter virtuoso, preparato e coscienzioso:
1) capace di usare bene i suoi strumenti di Ricerca/valutazione, tanto da intercettare proprio il tuo Cv, perfetto per quel ruolo, o diversamente quello di un Candidato che è più adatto di te…;
2) efficace e tempestivo nelle relazioni e nelle comunicazioni;
3) che dà suggerimenti per affrontare meglio le tappe della Selezione;
4) che conosce perfettamente il Profilo ricercato e il TUO, e con chiarezza ti dice se per quel ruolo hai chance o no.
Questa è la buona prassi; e quella su cui procedo nella riflessione.
Obiettivi?
⇒ Innanzitutto placare gli animi e rasserenare chi, per impulsività, superficialità o ignoranza, prende sul personale una esclusione o una mancata convocazione a colloquio, magari proprio perché non può sapere i meccanismi di scelta attuati.
In particolare rispondere ai “tanto è tutto già deciso”, “perché non mi chiami mai”, “Ma l’Azienda ha bisogno o no?”, “il Cv te l’ho portato tante volte, possibile che non vada mai bene per nulla? “, commenti che i Candidati a volte si lasciano sfuggire, diciamo inavvertitamente (!) e che, vi assicuro, non li mettono in corsia preferenziale per la Selezione.
⇒ E poi, chiarendo anche ai non addetti ai lavori cosa significa “fare selezione del personale” o “fare recruiting”, dare a chi affronta una Selezione, degli strumenti logici per il corretto atteggiamento.
Solo così, secondo me, si può migliorare la qualità della Relazione Candidato-Recruiter.
Ok. Ecco che siamo nella testa del Recruiter.
Cosa penserà, dunque, di fronte alle situazioni di lavoro più ricorrenti?
Partiamo da due presupposti
Tu-Candidato: vedi un annuncio e pur candidandoti, pensi… CHE TANTO È TUTTO INUTILE, NON MI CHIAMERANNO MAI. Se questo è il tuo pensiero, e se lo fai trasparire, sarai sconfitto di sicuro. Ogni volta che presenti il tuo Cv, la consapevolezza che hai le carte in regola per giocarti quell’opportunità, senza arroganza o superficialità, è la tua prima arma vincente.
Selezionatore: fare Selezione è un lavoro vero e proprio, per obiettivi; e il Recruiter centra il suo solo se trova la persona giusta per il suo annuncio. Ha tutto l’interesse a farlo il prima possibile, perché tutti risparmiano tempo prezioso, e la valorizzazione del suo compito, da parte della Direzione Aziendale, sarà maggiore.
Ma, del resto, una Selezione, cos’è?
È un processo a tappe di conoscenza tra due Persone (prima che altro, prima di essere Azienda o Candidato), basato sulla costruzione di una relazione di fiducia, e sull’individuazione di un punto di contatto tra i reciproci obiettivi.
Il tuo (-Candidato) è, ovviamente, trovare lavoro. Ma – aggiungo – è trovare QUEL Lavoro che t’interessa e per il quale sei davvero qualificato e valorizzato. Tua responsabilità sarà dimostrare che ne hai le caratteristiche, che sei proprio tu la persona che cercano. E da questo punto di vista il Selezionatore non può che essere la freccia al tuo arco…
L’intento del Recruiter invece è valutarti, da “professionista” qual è, e individuare in te il miglior soggetto per l’Azienda. Ti troverai davanti una Persona (dato non trascurabile) che si è formata e allenata (nel tempo e grazie a tanti colloqui) a leggere esperienze e comportamenti, sviluppando “specifiche sensibilità e abilità”. E, che tu lo voglia o no, proprio lui ha facoltà di escluderti se ti percepisce inadeguato, e di premiare chi è più allineato ai valori aziendali. Userà tecnica e doti SOFT, per farlo***. Raccoglierà informazioni, e farà dei confronti: tra te e la job description/annuncio, tra te e il contesto e momento aziendale, tra te e gli altri Candidati, tra te e te nel tempo…
*** Certo. Per valutare e valorizzare le tue abilità, egli dovrà mettere in campo le sue. Non è esente dal conoscerle, svilupparle, saperle leggere.
Il Recruiter?
Non è un robot (al di là di alcuni recenti tentativi di automatizzare questa funzione, ndr), né uno scartabellatore di Cv. Ma nemmeno un confidente o un amico.
È invece il tuo Sponsor, che guarderà al CONTENUTO e poi, a parità di quest’ultimo, alla FORMA che tu userai.
Un tuo approccio di eccessiva confidenza, oppure maleducato o polemico, è sempre sintomo di qualcosa che non va: leggerezza? Disinformazione, rabbia recondita o mancanza di stimoli per precedenti esperienze negative? Spigolosità caratteriale o arroganza?
E farlo col Recruiter incrinerà la vostra relazione fiduciaria; in quel momento di sicuro ma – è possibile! – anche per selezioni future. Perché il Selezionatore penserà che sei proprio fatto così e i tuoi spigoli siano difficili da inserire tra le Aziende che conosce, preferendo qualcun altro a te.
Ma insomma, in pratica, il Selezionatore che fa?
Scopriamolo nel prossimo post!
Articolo revisionato il 25 Gennaio 2019 alle 18:00