Quando dire troppo storpia. Anche nel Curriculum
Sul Curriculum più o meno efficace ci siamo già confrontati. Ricordi l’importanza di fornire un CV completo e dettagliato?
Capirai quanto sia strategico, allo stesso modo, individuare le informazioni davvero importanti e coerenti col obiettivo.
Ecco perché a volte è meglio “togliere” piuttosto che “aggiungere”.
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Si dice che il tempo medio dedicato all’esame di un Curriculum sia inferiore ai 10 secondi.
Personalmente non mi riconosco in questo dato e credo che la differenza la faccia il metodo ma anche il momento che si dedica alla lettura: per esempio io d’abitudine riprendo in mano più volte lo stesso CV, proprio per evitare condizionamenti e “leggervi attraverso”.
E se pochi secondi possono fare la differenza tra l’essere subito “scartato” oppure il superare la selezione preliminare, ci devi fare i conti se cerchi lavoro. Quel Curriculum che il selezionatore avrà tra le mani in quei primi attimi dovrà dirgli che “sì, sei la persona giusta per lui e la più qualificata per quell’impiego”.
Dovrai calzare sulla qualifica ricercata. E il Curriculum dovrà metterlo subito in evidenza.
Dovrà stupire e colpire con un’immediata buona impressione. E per farlo c’è un’unica regola aurea: praticità, poche informazioni ma essenziali, in un documento che risulti interessante.
Parola d’ordine: Togliere! Togliere! Togliere!
1) Togliere tutte le parole inutili o superflue
Ad eccezione delle (poche) parti più strettamente descrittive – come ad esempio un’eventuale breve presentazione di te e delle tue competenze più spiccate –, scegli una scrittura asciutta, quasi telegrafica. Abolisci i periodi troppo lunghi. No a troppi pronomi, congiunzioni o ninnoli di accompagnamento.
Se opti per tabelle di sintesi ed elenchi puntati, pochi punti e parole chiave ben calibrate
Può essere una scelta visivamente efficace. Ma se riempi il CV di tabelle e punti, rischi che nessuna delle informazioni che stai dando spicchi tra le altre e il Curriculum complessivamente resterà nella mediocrità.
2) Anche lo stile e l’immagine complessiva del documento pesano
Vuoi sapere cosa il selezionatore legge superficialmente e con noia?
- Un layout troppo carico di informazioni, scritto fitto fitto e senza spazi bianchi o variazioni (senza titoli, grassetti, dimensioni, colori che alleggeriscono l’occhio di chi legge e tra i quali cercare facilmente proprio quelle parole chiave).
- Un font con troppi riccioli, tanto da rendere talvolta incomprensibile la lettura.
E invece sai cosa lo catturano?
- I racconti di esperienze pratiche e maturate sul campo (grazie a riferimenti diretti a compiti svolti, risultati ottenuti o progetti partecipati), in cui emerge concreta la capacità del candidato di negoziare, innovare, trasformare, … insomma di portare col proprio lavoro un valore aggiunto all’azienda.
3) Non cadere nell’eccesso di zelo!
Non è nemmeno necessario scrivere “Data” davanti a una data, “Azienda” davanti al nome di un’azienda per cui hai lavorato o “Cittadinanza” davanti alla tua scontata cittadinanza italiana.
Non serve elencare tutti gli esami universitari o le materie studiate a scuola, a meno che tu non sia un neolaureato.
E quanto alla votazione è sufficiente indicare quella finale. Ho visto CV di professionisti pluriennali che riportano anche la media dei voti, ma davvero… non è di alcuna utilità.
4) Togliere: dettagli personali e tue opinioni che non sono rilevanti alla candidatura
Ad esempio lo stato civile, quanti figli hai, il tuo parere su questa o quella causa o la cittadinanza, a meno che questi ultimi non siano utili al profilo.
Su questi temi potremmo discutere a lungo. Umanizzare il CV e il processo di selezione non è sbagliato per forza. Ma dato che sei in una fase preliminare e non sai chi ti siederà davanti, meglio non schierarsi.
5) Togliere: numeri telefonici, e-mail e social extra: solo lo stretto indispensabile
Di numero di telefono ne basta UNO ed è preferibile che sia il tuo cellulare abituale, così puoi rispondere tempestivamente a chi ti chiama.
Scegli un indirizzo e-mail “professionale”, adatto al contesto di lavoro.
Ugualmente, non serve inserire tutti i contatti social di tutte le piattaforme social a cui sei iscritto, soprattutto se non attinenti al lavoro per cui ti candidi. Un’immagine Linkedin è però strategica.
6) Togliere: i dati sensibili del tuo attuale lavoro
Ad essere onesti, io apprezzo molto chi NON mette su carta il nome dell’azienda per cui sta lavorando, lasciando al confronto personale nomi, perché e percome.
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7) Togliere: le esperienze di lavoro trascurabili
Nel Curriculum è opportuno che trovino spazio solo quelle esperienze attinenti alla posizione ricercata. Oppure quelle che hanno contribuito ad imparare delle abilità comunque utili o interessanti a completare il tuo profilo.
Evita lunghi elenchi di date.
Evita i lavori svolti per brevissimo tempo.
E se hai un’esperienza pluriennale, sarà sufficiente indicare le attività rilevanti degli ultimi 15-20 anni.
8) Togliere: tutti i “perché” dei cambi di lavoro
Cose tipo “ha chiuso l’azienda”, “cassa integrazione”, “ho avvertito la necessità di un cambiamento”, … sono argomenti da approfondire in sede di colloquio.
Anzi affermo con ragionevole certezza che meno informazioni il CV porta su questi temi e più si accende la curiosità di chi legge.
9) Togliere: le referenze
Io personalmente non le trovo utili, e comunque se un selezionatore le volesse, potrà sempre richiederle. Come non trovo felice la scelta di allungare il CV con pagine e pagine di allegati (attestati, …).
10) Togliere: ogni riferimento allo stipendio
L’ho visto scritto poche volte, ma devo dire che anche quelle poche mi ha disturbato.
Nel lavoro ci misuriamo sullo stipendio, non ci piove. Ed è ragionevole pensare che se si cambia lavoro lo si fa, tra le altre cose, anche per migliorare il proprio compenso. Ma il momento conoscitivo non è quello giusto. Anche questo è un tema da discutere vis-a-vis e DOPO aver chiarito che le parti (candidato e selezionatore) sono fatte l’una per l’altra.
Nella presentazione è meglio parlare del contributo che hai portato alla tua azienda: competenze acquisite, responsabilità guadagnate, attività condotte, premi e riconoscimenti, obiettivi raggiunti (in breve, positivi e supportati da numeri, ma senza esagerare né strafare).
È ciò che farà la differenza. Anche in fase di trattativa, no?