Nuovo appuntamento con Intervista con il Professionista – Storie di Talento

Manuali&testi, parole, lingue&culture diverse, traduzione, studio&tecnologie, vendere, freelance, magia (😮).
Cosa hanno in comune tutti questi concetti? Una professione: quella del #traduttore professionale.

E oggi a Storie di Talento c’è proprio chi ci racconterà come si può legare lingue e immagini espresse in culture diverse, attraverso una professione difficile quanto affascinante.
La nostra ospite è Lourdes Miranda, una giovane ma già mooooolto esperta #traduttrice di testi (manuali e siti web) e #marketer professionista per lo Spagnolo, la sua lingua madre, e l’Inglese.


Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi

Albert Einstein

 

Lourdes Miranda è el alma de Cuba 😊 anche se da anni vive stabilmente in Italia. Nasce dunque a Cuba, dove si laurea in Economia ma, appassionata di lingue, entra in contatto con realtà italiane della cooperazione internazionale nel mentre che è ricercatrice all’Universidad de La Habana. E così per loro inizia a fare piccole traduzioni dall’italiano e inglese verso lo spagnolo (la sua lingua madre). E capisce che la sua passione per le lingue può diventare davvero una professione.

Sono oramai più di 10 anni che Lourdes è #traduttrice, redattrice, revisore di traduzioni e marketer. Perché tradurre-tradurre bene-posizionare i giusti messaggi di “vendita”-adattare i testi alla cultura di destinazione-dominare le tecnologie del marketing sono per lei tante facce di una stessa medaglia.
Alla base del suo modo d’intendere il lavoro della traduzione c’è la conoscenza del mercato cui il testo è destinato; e la specializzazione e l’aggiornamento continuo del glossario di settore (è una tematica economica, meccanica, giuridica, …?).

Ama dire che fare traduzioni è il suo modo di fare magia.

Attraverso lo studio, la conoscenza linguistica e quella degli strumenti del mestiere, un testo (un manuale, un contratto, una brochure informativa, una pagina web, …) destinato al tuo pubblico straniero (che vuoi conquistare ma che non conosci), diventa comprensibile e affascinante.    
E nonostante non lo sembri a noi che non ce ne intendiamo, Lourdes ci spiega come il suo lavoro sia anche creativo, perché tradurre non è solo volgere la parola da una lingua a un’altra.

Lourdes ha lavorato a lungo per agenzie di traduzione fino a decidere – con soddisfazione, lo capirete! – di iniziare a lavorare da sola. Ora si appresta a lanciare il suo nuovo sito web ed è un onore averla ospite proprio in occasione dell’avvio di questo suo nuovo progetto.

Anche a lei abbiamo chiesto di raccontarci il suo lavoro, pro e contro, e di darci i suoi suggerimenti.
Ci ha risposto così.   


Allora Lourdes, come preferisci essere definita? In poche parole, chi è la Lourdes “che lavora”, la “professionista” di oggi?

Lourdes: Io sono una traduttrice. Una traduttrice a cui piace giocare con le parole.
È la cosa che mi diverte di più.

Da un certo punto di vista mi sento un po’ speciale, perché penso che grazie a me qualcuno è riuscito a trasmettere un messaggio che altrimenti non sarebbe arrivato a chi parla un’altra lingua. Ed è per questo che dico sempre che tradurre è il mio modo di fare magia.


Cioè? Di cosa ti occupi e in cosa consiste il tuo lavoro?

Lourdes: Dunque. Mi occupo di #traduzione e di #localizzazione.

Quest’ultimo è un concetto un po’ più ampio anche se poco conosciuto ancora. Diciamo che è venuto insieme alla globalizzazione – quindi parliamo degli anni ’80 – insieme al bisogno di accompagnare i prodotti venduti in altri paesi con una traduzione che fosse non sono linguistica, ma anche culturale.
Quindi di fatto la localizzazione ingloba la traduzione: è sì tradurre ma richiede un’analisi molto più profonda della cultura, le radici e i modi di parlare quotidiani di quel paese in cui comunichi e vendi; e del target a cui ti rivolgi. Per esempio oggi alcuni prodotti (software e digitali soprattutto) vengono addirittura realizzati considerando il fatto che dopo dovranno essere “localizzati”, cioè posizionati in un dato mercato e quindi tradotti e adattati alla cultura di chi li userà. Se “compresi” meglio dai destinatari, si riesce a venderli più facilmente, insomma.

Il settore della traduzione che più mi affascina e con cui lavoro di più è quello delle traduzioni di marketing e la localizzazione di siti web, proprio perché somiglia molto al lavoro di uno scultore.

Prendi le parole in una lingua, le leggi, le analizzi e le trasformi nelle migliori parole della tua lingua, per poter arrivare al target dei tuoi clienti. Per farti un esempio, se guardi il sito web della Coca Cola, vedrai che per quasi tutti i paesi di lingua spagnola (che sono tanti, 20 per la precisione sono quelli la cui lingua ufficiale è lo spagnolo) hanno dei siti web diversi, con frasi locali diverse, con immagini diverse, con slogan e call to action diverse. Ed è di questo che si tratta quindi. Non di tradurre parola per parola, come a volte si pensa, ma di analizzare quello che si vuole dire e dirlo nel modo più efficace e comprensibile per il paese di destinazione.

Faccio anche interpretariato, soprattutto per i clienti più affezionati e che conosco molto bene. E mi piace perché in qualche modo sei protagonista anche tu delle loro avventure.

E per ultimo ho tradotto un’infinità di manuali tecnici (tipo come funziona questo o quel macchinario…), quindi sono specializzata anche in questo. È la traduzione meno divertente – se posso dirlo 😅😉 – ma anche qui si richiede molto allenamento e una conoscenza ampia del linguaggio tecnico. È un linguaggio più asciutto, che devi saper usare. Devi avere capacità di sintesi e soprattutto saper capire e interpretare quello che c’è scritto nei testi di origine. Molte volte i manuali sono scritti all’origine da persone non specializzate nella stesura di testi (personale tecnico, ad esempio), e quando ti arrivano per la traduzione, sono pieni di errori di grammatica o di senso delle frasi. E qui il traduttore dà anche un valore aggiunto ai clienti, perché – almeno io! – indico sempre questi errori.

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In quali direzioni pensi potrà evolvere il tuo lavoro in futuro?

Loudes: Per il futuro vorrei ampliare la mia vision nei servizi linguistici, e occuparmi di più di marketing come strategia funzionale ai miei clienti per trovare gli strumenti giusti a entrare in mercati nuovi e sconosciuti.
Oltre che, logicamente, aumentare il mio portfolio di clienti.
Per questo mi mantengo sempre aggiornata, seguo corsi di SEO, di marketing online e anche di specializzazione nel mondo delle traduzioni.

Io sono di quelle che pensano che le macchine ci domineranno se ci lasciamo dominare. La prima cosa che dobbiamo sempre pensare è che noi le abbiamo create, quindi possiamo anche gestirle. Non bisogna però rimanere indietro, mai perdere la bussola.


Ogni lavoro può presentare delle criticità o dei problemi da affrontare. Di che tipo possono essere quelli che incontra un traduttore freelance?

Lourdes: Sì certo. Come tutti i lavori ci sono molte criticità anche nel mondo della traduzione.

La prima è la guerra dei prezzi che si è venuta a creare, anche dovuta al fatto che ci sono degli strumenti di traduzione automatica e che molte persone pensano che basti conoscere minimamente una lingua e digitare sul web, per poter tradurre. Quindi dobbiamo lottare continuamente per contrastare queste obiezioni e spiegare che tradurre è un’arte e un mestiere che richiede preparazione, allenamento, aggiornamento, … Tutto ciò implica tempo e si sa… time is money, quindi da un certo punto di vista noi traduttori professionisti investiamo molto, ogni giorno. Dato che questo non sempre si sa, o non sempre si prende in considerazione, beh visto che ne ho l’occasione, diciamolo pure!

Altro problema, che un po’ ha a che vedere con il primo, è il tempo di traduzione. Molti clienti non si rendono conto che leggere-comprendere-rendere in altra lingua (in maniera adeguata e corretta, come detto)-scrivere, richiede tempo. Soprattutto se si vuole fare una traduzione a regola d’arte. E invece i clienti impongono delle tempistiche serratissime. Anche in questo caso è una lotta continua per spiegare il perché di questo tempo.

E poi? Ci sono quelle persone che pensano di saper tradurre o di conoscere a fondo una lingua perché sono state tre mesi in un paese dove si parla quella lingua, o perché la nonna ha quelle origini. Sono i clienti più problematici.

Ti faccio un esempio. Mi è successo di ricevere una contestazione da parte di un cliente che criticava una mia traduzione perché sosteneva di conoscere lo spagnolo. E invece l’ha riempita di errori di grammatica perché usava i ragionamenti della grammatica italiana. E ho dovuto perdere molto tempo a dimostrare, anche con tutte le definizioni delle parole e le accezioni dei dizionari, che quello che avevo scritto io era corretto.


Lourdes, perché hai scelto proprio questo percorso professionale? Ci racconti la tua storia?

Lourdes: Io sono cubana e a Cuba tutte le facoltà all’università sono a numero chiuso. Avevo 18 anni quando dovevo indicare quale facoltà intraprendere prima di fare gli esami di ammissione. Avevo una passione per le lingue e lì per lì volevo indicare come prima scelta Lingue e Letteratura. Poi il mio lato prammatico mi ha detto No, tu metti Economia e Commercio! Che poi comunque le lingue le imparerai, e così avrai due lauree e due campi su cui puntare”. E così ho fatto.

Poi, ero all’ultimo anno di facoltà quando ho cominciato a collaborare con consorzi italiani che facevano progetti di sviluppo locale a Cuba. Ho iniziato a studiare l’italiano e pian piano diventavo la loro traduttrice. Così ho deciso di fare il Master in Traduzione e Localizzazione di prodotti multimediali e ho continuato a studiare le lingue, sia l’italiano che l’inglese. E, molto avvezza alle piattaforme informatiche, studiavo anche tutti gli strumenti che mi permettono di fare traduzioni sempre migliori.

Ho lavorato per tanti anni come traduttrice interna per un’agenzia di traduzione, finché ho sentito che mi stavo tarpando le ali, che il mio lavoro (quello che mi era sempre piaciuto e che mi aveva appassionato!) cominciava a diventarmi noioso. Per questo da un paio d’anni ho deciso di cominciare come freelance ed è stata una bellissima decisione!

In poco tempo ho ripreso a fare cose che avevo dovuto mettere un po’ in un cassetto, attività che volevo ma non avevo il tempo di fare. Ora che mi posso gestire da sola, il tempo c’è 😉.


Lourdes, come si svolge la tua Giornata tipo?

Lourdes: Io lavoro da casa, non ho un ufficio. Mi alzo la mattina, faccio colazione insieme alla mia famiglia 😊😮 e poi mi siedo davanti al PC che ho messo proprio davanti alla finestra più grande di casa. Da lì vedo tutta la valle di Assisi e le montagne dietro: è un panorama stupendo e mi aiuta quando qualcosa non va come volevo.

C’è da dire che anche se non ho un ufficio ho un modo abbastanza scadenzato e strutturato di lavorare. L’orario di lavoro non si mischia con quello delle faccende di casa: mai fare una lavatrice fra una traduzione e l’altra 😊! Questo però non toglie la flessibilità intrinseca di un lavoro nel quale tu puoi gestire i tuoi orari, che poi è tanto comodo, soprattutto quando hai un bambino piccolo e ti salta fuori qualche imprevisto.  


E quali sono i segnali di una buona giornata?

Lourdes: In una buona giornata ho tutto il lavoro pianificato. Non lavoro oltre al mio orario fissato, e le cose che traduco sono interessanti, belle, piene di pensieri da esprimere, ovviamente questa è la buona giornata dal punto di vista lavorativo… dal punto di vista personale è tutta un’altra cosa J.


Tra le azioni che il tuo lavoro richiede, ce n’è una che ti piace particolarmente? E una che invece ti è più “antipatica” 😉?

Lourdes: Come dicevo prima, mi piace molto la traduzione creativa, in cui devo usare l’immaginazione. Molti pensano che tradurre sia trasporre parola per parola verso l’altra lingua, ma non è così soprattutto nelle traduzioni di presentazioni aziendali, di prodotti, newsletter, … insomma tutto quello che vuole trasmettere un “messaggio” per stimolare e invogliare il cliente finale a comprare un tuo prodotto o servizio.

Le lingue sono piene di frasi fatte o modi di dire i quali a volte sono un’ottima risorsa per trasmettere qualcosa (una sensazione, un input) a colui a cui vuoi vendere il tuo prodotto o servizio. Per farti un esempio banale, se in spagnolo devi dire “Rendere pan per focaccia”, devi usare l’espressione “pagar con la misma moneda”. Perché se tu dicessi dar pan por focaccia (cioè la traduzione letterale), nessuno capirebbe cosa vuoi dire. Quindi si tratta proprio di questo: di far arrivare i messaggi giusti usando le parole giuste nella lingua di arrivo.

Mi piace anche fare interpretariato ogni tanto, anche perché sono occasioni in cui per lavorare esco di casa. E mi metto la giacca e, sai, a volte anche i tacchi… 😂.

Una cosa che non mi piace è tradurre stringhe di testo senza senso logico o estrapolate dal contesto, che devi stare lì a tradurre parola per parola. È una cosa noiosissima. E dover fare le fatture all’inizio del mese… anche se capisco che sono poi il modo per essere pagati per il mio servizio 😊.


Lourdes, quali sono le doti che ti contraddistinguono? E quali quelle che caratterizzano il tuo lavoro, per farlo bene, secondo te?

Lourdes: Beh, un buon traduttore deve conoscere a fondo la lingua di partenza ed essere assolutamente madrelingua della lingua di arrivo. Ma non un madrelingua qualsiasi, bensì uno con una grammatica e un’ortografia quasi perfette e con una padronanza della sua lingua altissima.

Inoltre per fare il traduttore come si deve, ti devi specializzare; scegliere un campo o due e studiarli, ma studiarli tanto, e aggiornarti e seguire le notizie non solo della tua professione in sé, ma anche in quel campo (pensa se è un campo tecnico: meccanico, informatico, …).

Ultimo punto, ma non meno importante: ai traduttori deve piacere scrivere, quasi uno scrittore (ho conosciuto molti “scrittori mancati o bloccati” che sono degli ottimi traduttori 😊).


Ma se ti guardi indietro, c’è qualcosa che cambieresti del tuo lavoro e/o delle scelte effettuate?

Lourdes: Oh sì: avrei preso la decisione di lavorare come freelance molto prima. Per il resto, credo che rifarei tutto.


Siamo alla domanda sulla Tecnologia 😊: Lourdes, ha influito o influirà in qualche modo sulla tua professione? Parlavi di strumenti di lavoro, poco fa…

Lourdes: Assolutamente sì! La tecnologia ha influito tantissimo nel mondo delle traduzioni.

Insomma, 30 anni fa si traduceva solo con i dizionari di carta e oggi lavoriamo tutti con i computer, con i programmi di traduzione assistiti (io ne conosco diversi,…), dizionari online e mille risorse che sono comparse man mano che si evolveva e diffondeva il web e il digitale.

Sono certa che continueremo a evolverci, che dovremo convivere con la traduzione automatica, che in qualche modo la dovremo dominare.


E qual è il TUO rapporto con le nuove tecnologie, con digital, web e coi social network?

Lourdes: Io sono e sarò sempre pro tecnologia.

Ho un marito informatico e sto sempre lì a rompergli le scatole con le mie domande. A me la tecnologia piace ma più che altro mi piace conoscerla a fondo: se lui cambia una cosa sul mio PC io voglio sapere cosa ha cambiato e perché.

Penso che il web è uno strumento estremamente utile, che ha accorciato i tempi e le distanze. Io parlo con mia madre (che vive negli Stati Uniti) tutti i giorni e ogni giorno lei vede suo nipote. E anche se ci manchiamo tantissimo, comunque ci sembra di essere un pochino più vicine.

Ma come tutti gli strumenti di massa può convertirsi in un’arma a doppio taglio, e qui includo anche i social network. Insomma prima le persone urlavano la loro opinione ai bar, adesso, nel bene e nel male, quello che diciamo ha una portata molto ma molto più ampia. Quindi social e tecnologia sono buone cose ma bisogna conoscerle, saperle usare, saperle sfruttare (e saperne le conseguenze).


Lourdes, anche a te chiedo: Lavoro, passione e talento. Ci dai le tue definizioni?

Lourdes: Il mio lavoro è pieno di passione e di talento, sono tre definizioni che per me viaggiano insieme, non concepisco il mio lavoro senza passione ed è stato il mio talento che mi ha permesso di evolvermi nel mio lavoro.

Certo a me appassionano anche le città, le spiagge e i cocktail al tramonto, ma quella è un’altra storia…


Lourdes, a chi volesse avvicinarsi alla tua professione nel campo delle traduzioni linguistiche, cosa ti senti di dire o consigliare?

Lourdes: Beh, non deve temere la solitudine. La traduzione, indipendentemente da come la fai (se da freelance o in un ufficio) è un lavoro nel quale non parli spesso con gli altri – anche se comunque si possono creare delle reti di lavoro per collaborare –. E tuttavia ho visto persone abbandonare il mondo della traduzione proprio per la mancanza di contatto. È così.

Secondariamente, chi vuol fare questo lavoro deve essere un appassionato delle parole, molto puntiglioso e preciso.

Deve anche fare attenzione a non abbattersi pensando che non sia un lavoro importante. La traduzione richiede molti investimenti, soprattutto di studio e tempo. Ciò sia che ti specializzi in settori molto tecnici (come il medicale, per esempio, che richiede moltissime ore di studio), sia che ti orienti verso la traduzione creativa; perché comunque devi fare corsi di aggiornamenti continui, leggere molto, capire le culture che stanno dietro alle lingue con le quali lavori. A volte il nostro mestiere viene un po’ sottovalutato semplicemente per ignoranza, o per dirlo in modo più diplomatico, per mancanza di conoscenza. Se il primo testo tradotto (la Bibbia) ha millenni di storia, la nostra professione come la conosciamo oggi è abbastanza giovane e poco conosciuta se la paragoniamo ad altre discipline.


E per conoscerti un po’ di più…

Sono curiosa di sapere come sei e cosa fai al di fuori dall’orario di #lavoro

Lourdes: A me piace molto viaggiare e non mi sono fermata neanche dopo la nascita di mio figlio, che già a 10 mesi era su un aereo verso gli Stati Uniti.

Mi piace leggere, andare al cinema, ascoltare jazz e studiare, è quasi più un’ossessione che una passione.

Io faccio di tutto per conciliare il lavoro con la famiglia, incastro tutte le attività in modo tale di cercare di dedicare il giusto tempo a tutto. Anche se a volte è faticoso e devi spiegare alla gente che lavorare da casa non significa non fare niente!


E nel tuo futuro cosa si prospetta?

Lourdes: Una speranza generale, diciamo di settore.
Sarebbe una bella conquista poter avere un giorno un albo, un’associazione che ci rappresenti veramente come categoria di professionisti. Ciò garantirebbe la qualità e limiterebbe un po’ il fenomeno di quelle figure di cui ti parlavo prima, quelle che dopo un corso di 3 mesi di lingua si improvvisano traduttori (e ci sono, purtroppo). Potrei dirti di non essere minimamente preoccupata di questo, perché la qualità del lavoro di un traduttore professionale (rispetto a uno improvvisato) viene assolutamente fuori quando quel testo tradotto certamente con errori arriva sul suo mercato. Ma la realtà è che prima bisogna comunque vincere quella guerra infinita dei prezzi. E nel mezzo non ci sono regole che ci tutelino e tutelino i clienti. Ecco, delle regole sarebbero ben accette.

Per quanto riguarda me in particolare, invece, aspiro ad ampliare il numero di clienti diretti. Il #traduttore freelance fatica a imporsi sul mercato, perché ha meno forza delle società organizzate di servizi di traduzioni. Queste agenzie talvolta possono permettersi di proporre prezzi – diciamo – molto competitivi, ma dato che ne ho conosciuto i meccanismi, vorrei dimostrare ai miei clienti che la differenza sulla qualità c’è. Oltre che dimostrare che la coerenza, l’uniformità terminologica, la capacità di adattare “pan per focaccia” in “pagar con la misma moneda”, hanno un valore altissimo che poi ripaga questa scelta.

Infine miro a riuscire a creare un network di professionisti preparati, validi e che fanno marketing e sanno come arrivare ai clienti.

Credo molto nel gioco di squadra, anche se non si direbbe dato il lavoro da freelance che ho scelto 😉. Eppure ho sempre pensato che il lavoro di gruppo ti fortifica, ti fa crescere e arrivare a traguardi sempre più importanti. Infatti collaboro abitualmente con professionisti del marketing come disciplina, anche per imparare da loro tutto quello che mi può essere utile nel posizionare la mia attività. Purtroppo molti bravi traduttori vivono nascosti all’ombra delle agenzie di traduzione perché non fanno (o non sanno fare) marketing.

Oggi è fondamentale fare marketing online della nostra attività (in tutte le attività che sono un servizio o una consulenza). Una parte importante della nostra vita professionale e privata si è spostata sulla rete, nel bene e nel male, e bisogna prenderne atto e cavalcare l’onda.

Anche per questo “da grande” vorrei insegnare ad altri traduttori i segreti del mestiere e le strategie per riuscire a essere indipendenti, a prescindere dalla specializzazione che possano scegliere.


Lourdes, fino ad ora non ne hai parlato, ma mi sembra il momento opportuno per farlo! Un tuo progetto a breve – a brevissimo! – è il tuo nuovo sito web professionale.

Ci ufficializzi, per concludere, che “sei online” e dove trovarti?

Lourdes: Assolutamente sì! E’ novità proprio di questi giorni, ho un mio riferimento digital. Per ogni informazione sul mio lavoro di traduttrice, contattatemi su www.mirandatranslation.com e sarò davvero felice di rispondere.


Grazie a Lourdes per averci regalato un po’ di sé. In bocca al lupo per i tuoi prossimi impegni e ti contatteremo in tanti! Con la tua professione il #mondo sembra molto più vicino!!!


Se vuoi seguire Lourdes Miranda per consulenze su #traduzioni e #spagnolo e #inglese, la trovi su Linkedin, su Facebook e sul suo sito tutto nuovo www.mirandatranslation.com.


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Photo ofLourdes Miranda
Name
Lourdes Miranda
Website
Job Title
Traduttrice e Interprete madrelingua Spagnolo
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